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Gaspare Di Stefano, psicologo operaio precario,  nato a Calatafimi 49 anni fa, figlio di operaio edile e bracciante. Vive a Piazza Armerina. Sposato con 2 figli. 

Si è laureato con Lode in Psicologia alla Sapienza di Roma nel 1996 discutendo la tesi 'L'omicidio mafioso come azione comunicativa'. Nel 2005 gli viene rilasciato l'attestato post-Laurea di qualifica professionale di 'Agente di Sviluppo'.

Protagonista tra il 1993 e il 1996 del movimento degli studenti universitari fuorisede nella città di Roma per il diritto allo studio e diritto alla casa ('il diritto allo studio non si tocca, lo difenderemo con la lotta'), che portò all'occupazione di tutte le case dello studente.

Nel 1997 si iscrive al Partito della Rifondazione Comunista. Oggi è segretario provinciale e componente del Comitato Regionale Sicilia.

A Roma, negli anni '90,  lavora nelle cooperative sociali convenzionate con il Comune, si occupa di integrazione e assistenza alle persone con disagio fisico, psichico, sociale e culturale. Organizza insieme alle lavoratrici e lavoratori  del settore il coordinamento cittadino degli operatori sociali che pongono al centro la lotta contro i contratti a progetto e di collaborazione coordinata e continuativa che si erano già diffusi a macchia d'olio nel mondo dei servizi sociali, contratti senza  diritti e  tutele previste dalla Costituzione e dallo Statuto dei lavoratori, che porterà alla grande manifestazione del 23 marzo 2002 per la difesa e l'estensione dell'articolo 18, contro la libertà di licenziamento ingiustificato.

Alla fine degli anni novanta incontra i partigiani e l'allora presidente dell'ANPI Roma Massimo Rendina 'Max' con il quale collabora alla formazione della sezione romana dei giovani antifascisti. Iscritto dal 2001 all'ANPI romana, è attualmente vice-Presidente dell'ANPI provinciale di Enna.

Lasciata Roma, città le cui condizioni di vita per gli immigrati diventano sempre più insostenibili per l'alto costo degli affitti e per i bassi salari nel settore dei servizi sociali, ritorna in Sicilia, a Piazza Armerina.

Dal 2005 al 2009 è stato Consigliere di Amministrazione del Consorzio Ennese Universitario, portando avanti una battaglia contro l'istituzione a Enna di un quarto polo universitario 'privato', per la difesa e il potenziamento del sistema universitario e di ricerca pubblico e del diritto allo studio.

Nel 2015, eletto rappresentante dei Genitori nel Consiglio d'Istituto di scuola media 'Roncalli-Cascino' di Piazza Armerina, è stato protagonista nella battaglia per l'abrogazione della legge 107 e per una vera partecipazione democratica dei genitori, degli studenti, degli insegnanti alla vita della scuola, una scuola aperta alla città che fonda il suo essere sui valori della Costituzione antifascista.

In questi ultimi anni si è impegnato nel territorio e in Sicilia nelle lotte contro la privatizzazione dell'acqua, dei rifiuti, dei servizi socio-sanitari e socio-assistenziali, per la stabilizzazione dei rapporti di lavoro, per il diritto alla retribuzione, contro le esternalizzazioni, contro la riforma neoautoritaria e neoliberista della scuola,  contro il tentativo di stravolgere la Costituzione nata dalla Resistenza, contro la realizzazione del MUOS della Marina miliare U.S.A. a Niscemi, per la difesa del territorio e per la valorizzazione dei beni agricoli, paesaggistici, storici e culturali della nostra terra.

Ha contribuito alla realizzazione dell'assemblea nazionale del 18 novembre scorso da dove è partito il progetto di costruzione in Italia di un soggetto plurale politico che rompa finalmente qualsiasi legame con un centrosinistra che si è caratterizzato nell'ultimo decennio per le sue politiche neoliberiste funzionali alla valorizzazione del grande Capitale nazionale ed europeo, fondato sullo sfruttamento e la guerra.

'Per riprendere un discorso di vera alternativa al sistema di potere politico economico sociale e culturale delle classi dirigenti borghesi nazionali ed europee è necessario rompere la gabbia dei trattati e delle direttive di questa Unione Europea. La lotta contro il Fiscal Compact, cioè il massacro sociale in nome del mercato e del profitto e per l'abrogazione dell'articolo 81 nella Costituzione che introduce il pareggio di bilancio funzionale alla svalorizzazione del lavoro e del salario diretto, indiretto e differito sono i punti centrali da cui far ripartire le lotte, in collegamento con le più significative esperienze della Sinistra Europea.

Tante sono le lotte in piedi nel paese, lotte che sono destinate alla sconfitta se non riusciamo a metterle insieme dentro un programma e una prassi politica chiara di cambiamento. Solo l'unità, delle forze politiche e sociali antiliberiste e anticapitaliste, può dare la forza al popolo delle classi subalterne e sfruttate nella costruzione di un altro modello di società che si fondi sulla Costituzione nata dalla Resistenza e sull'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. 

'Potere al popolo' deve essere  la riappropriazione di sovranità popolare a tutti i livelli ed in tutti gli ambiti della società.



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